Data pubblicazione: Oct 03, 2015 4:39:34 PM
La Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) presenta le prime linee guida per l’interpretazione dei test diagnostici assieme a un vademecum per i cittadini che sospettano allergie o intolleranze alimentari e un documento guida per i ristoratori, per accogliere senza rischi i clienti allergici. “I veri allergici – rivela la SIAAIC - sono oltre 2 milioni e gli intolleranti a lattosio, nickel o altre sostanze negli alimenti sono complessivamente circa 10 milioni, ma si stima che siano almeno altri 8 milioni gli italiani che imputano a un cibo qualsiasi i sintomi più vari in assenza di un’accurata diagnosi.” Per la diagnosi esistono test validati, purtroppo però esistono anche tantissimi presunti test totalmente fasulli e senza alcuna validità scientifica.
I test fasulli risultano positivi nove volte su dieci, dando l’illusione al paziente di una diagnosi, ma hanno la stessa attendibilità del lancio di una monetina, affermano gli esperti allergologi! Il ricorso a test fasulli come quelli del capello o della forza muscolare, del tutto privi di fondamento scientifico, cresce al ritmo del 10% all'anno, creando solo business per chi li propone essendo normalmente anche costosi.
Purtroppo le intolleranze alimentari, confuse spesso con le allergie vere e proprie, sono ormai una “moda” con cui si spiegano i sintomi più disparati: "chi non riesce a dimagrire spesso si convince che sia per colpa di un'intolleranza, mentre nessuna intolleranza o allergia reale può far ingrassare" ricorda il presidente SIAAIC.
Orticaria acuta, sintomi gastrointestinali e anafilassi sono i segni distintivi delle allergie, ma oggi basta avere una stanchezza inspiegabile, qualche difficoltà digestiva, mal di testa, dolori alle articolazioni o altri disturbi aspecifici o non facilmente inquadrabili per autodiagnosticarsi un'intolleranza alimentare, trascurando tra l’altro condizioni cliniche che invece andrebbero approfondite in altro modo.
Per una corretta diagnosi di intolleranza o allergia è quindi necessario rivolgersi ad allergologi che indicheranno il percorso più appropriato oltre che scientificamente provato.
Sempre la SIAAIC, ricorda alcuni esempi di metodiche diagnostiche alternative non validate e pertanto non affidabili:
- Test del capello: verifica delle sostanze chimiche del capello per stabilire lo stato di salute del soggetto;
- Test su cellule del sangue: valuta modifiche nelle cellule a contatto con le più varie sostanze;
- Test della forza: valuta variazioni della forza quando si manipolano alimenti nocivi;
- VEGA Test: il paziente ha in una mano un elettrodo negativo attaccato ad un circuito cui si applica l’alimento e si tocca il paziente con l’elettrodo positivo. La variazione del voltaggio indicherebbe intolleranza all’alimento specifico;
- Biorisonanza: valutazione con un computer del campo magnetico del soggetto e delle variazioni indotte da un alimento che genera intolleranza o allergia;
- Pulse test o del riflesso cardiaco auricolare: valuta le variazioni della frequenza del polso a contatto con alimento che genera intolleranza o allergia.